Plettri e Sigarette
Autore: Mariam Tarkeshi
Editore: Bibliotheka Edizioni
Data di uscita: 16 gennaio 2017
Trama: La musica, il sogno di diventare famosi, le incomprensioni, le gelosie, le idiosincrasie di otto giovani artisti in erba londinesi. “Plettri e Sigarette” parla di Nancy, che non si sente protagonista neanche della propria vita e di Thomas, cresciuto a pane e fumetti con il sogno di passare da secchione a eroe. Subito accanto a loro troviamo Charlotte, un po’ puttana e un po’ bambina, che affoga le sue insicurezze nell’alcol, e Judith, abbandonata a se stessa nel vortice dei disordini alimentari e dell’autolesionismo. Poi c’è Evan, a prima vista il giullare della situazione, che ha perso i genitori da piccolo e si sente in dovere di proteggere la sorella Anna dal mondo. C’è Johnny, il suo migliore amico, figlio di genitori assenti ed episodi di bullismo che l’hanno lasciato incapace di affrontare il mondo. Dietro tutti loro si nasconde Adam, arrampicatore sociale per cui ogni cosa può trasformarsi in un mezzo per raggiungere un fine. Il lettore assiste alle vicende attraverso gli occhi di ciascun personaggio, che si racconta apertamente in un susseguirsi di salti temporali e versi di canzoni. La trama si manifesta come un puzzle: un pezzo alla volta, non necessariamente in ordine, ma con la possibilità, alla fine, di avere del tutto una visione d’insieme.
Intervista a Mariam Takeshi, autrice di "Pletti e Sigarette"
1)
Presentati in poche parole.
Ahem… sono… Mariam? Credo. Ventidue anni, nata ad Ancona, mamma iraniana e
padre persiano ma SOPRATTUTTO… soprattutto MAriam. Non Miriam, eh. Mi
raccomando.
Ok, dopo questa specie di mini-sclero procedo col dire che sono una Serpeverde,
amo i gatti e il mio corpo è composto all’80% da tè. Il resto è catrame Lucky
Strike.
2.
Parlaci del tuo libro.
“Plettri e Sigarette” è il primo volume di una storia composta da tre. Racconta
le avventure di un gruppo di musicisti londinesi alle prese con le difficoltà
del cercare di sfondare nel mondo della musica e dell’essere giovani adulti,
non ancora del tutto cresciuti ma non più ragazzini. È una storia che parla di
incomprensioni, di quelle amicizie che si infrangono sotto gli occhi di tutti
senza un motivo apparente, di persone instabili e, soprattutto, dell’importanza
del mettersi nei panni degli altri.
3.
Cosa ti ha ispirato a scriverlo?
Ho sempre voluto scrivere qualcosa su dei musicisti. Ricordo che alle medie
scrissi un mini-libro che parlava anch’esso di una band, proprio come questo.
Probabilmente perché sono sempre stata un’appassionata di musica, e da bambina
sognavo addirittura di diventare una famosa rockstar. Credo che le mie più
grandi influenze, da questo punto di vista, siano state la serie tv “Instant
Star” – se la vedo adesso mi viene da alzare gli occhi al cielo, ma da piccola
mi sembrava di una bellezza inaudita – e il manga “Nana”, la quale atmosfera
drammatica si è parecchio riversata nel mio “Plettri”. Oh, e poi io stessa ho
avuto una band per un lungo periodo di tempo!
4.
Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Ovviamente leggere e scrivere, ma anche cucinare, cantare, suonare la chitarra,
inventare ridicole canzoncine e di tanto in tanto pastrocchiare con matita e
colori. Oh, e guardare le serie tv. Taaante serie tv.
5.
Che impatto ha avuto su di te scrivere?
Credo che, più di tutto, abbia cambiato il mio modo di pensare. Più scrivo e
più divento riflessiva, introspettiva. E spesso i miei pensieri prendono la
forma delle righe di un libro, diventano ordinati e uno in fila dietro l’altro,
non più caotici. Quasi come se io li stessi leggendo in silenzio. In breve:
vivo gran parte della mia vita con un narratore interno. È qualcosa di
contemporaneamente divertente e demoralizzante.
6.
Descrivi il tuo libro con tre parole.
Sarcastico. Psicologico. Melodrammatico.
7.
Qual è stato il momento più bello del tuo libro? Quale parte ti è piaciuta
scrivere di più?
Visto che si tratta di un romanzo “corale” e ogni capitolo è scritto dal punto
di vista di un personaggio diverso, posso dire quali sono stati i personaggi
che ho preferito scrivere. Quindi direi Judith, che nonostante sia stata molto
impegnativa mi ha dato anche tante soddisfazioni, quel nerd-nevrotico di
Thomas, col quale mi diverto sempre a sfogare il mio astio, e quel coglione
totale di Evan, che mi permette di sfoderare le più squallide battute nel mio
repertorio senza che io debba prendermene la colpa perché, ehi, è il senso
dell’umorismo del personaggio che è una merda, mica il mio! (?) [Se volete
conoscere i personaggi che ho appena nominato, andate QUI e QUI!]
Inoltre, c’è una scena in particolare che ho AMATO scrivere, ma non posso dirvi
che scena è, altrimenti vi faccio uno spoiler grosso come una casa. Diciamo
solo che è la scena finale del capitolo 26, intitolato “Fumo negli occhi”.
Adesso vi tocca comprare il libro per forza, altrimenti non saprete mai di cosa
sto parlando!
Spero che questa intervista vi sia piaciuta, intanto ecco le prossime tappe:)
Spero che questa intervista vi sia piaciuta, intanto ecco le prossime tappe:)
Adoro MAriam, penso sia meravigliosa e fin troppo simpatica. Dopo questa intervista sono ancora più curiosa di leggere il libro!
RispondiEliminaOddio, grazie! X3
EliminaPS sto rimediando alla mancanza dell'email nei post, poiché partecipo al giveaway, quindi perdonate il ritardo: themystery4326@gmail.com.
EliminaPSS Cara HateQueen, ti adoro.
Bell'intervista! Mi è piaciuta soprattutto la risposta a "che impatto ha avuto su di te, scrivere": anch'io più scrivo e più divento riflessiva, ma mi è piaciuto proprio ciò che Mariam ha scritto a proposito del "narratore interno".
RispondiEliminaDunque l'autrice guardava "Nana"! E' uno degli anime che mi è sempre stato consigliato ma non ho ancora visto :P
Il mio interesse per questo libro non si è sopito: partecipo al giveaway! vale.bellettini@gmail.com
Complimenti a entrambe per l'intervista!! Mariam, ora sono curiosissima di leggere il capitolo 26!! >.<
RispondiEliminaUh, anche io da piccina adoravo Jude e i suoi capelli rossi! *.* Nana l'ho visto quando lo trasmettevano su MTV, ma purtroppo non l'ho mai seguito con costanza, nonostante mi piacesse parecchio!